La puntata di ieri di Deejay On The Road con Frank al microfono e come sempre in diretta sulla pagina Facebook di Radio Deejay, ci ha raccontato dei viaggi di due cicliste, Linda e Silvia, la prima graphic designer, art director, la seconda ex nazionale di basket, blogger e videomaker, si occupa di comunicazione e marketing. Da sempre amanti della bicicletta, il mezzo che usano quotidianamente per spostarsi in città.
Hanno iniziato la loro avventura partendo dall’Argentina, pedalando in Patagonia sulla mitica “Carretera Austral” per circa 700 km, un viaggio che hanno più volte definito epico.
Hanno poi reso omaggio ad Alfonsina Strada (una pioniera del ciclismo, unica donna a partecipare al Giro d’Italia nel 1924) percorrendo tutta la penisola da Milano a Catania, completando un loro personalissimo Giro di 1.620 km e 12.540 m di dislivello. Alfonsina con la sua bicicletta è stato un vero e proprio simbolo dell’emancipazione femminile, e con questa stessa motivazione si sono mosse lungo la penisola per incontrare e raccontare le storie di tante donne.
Ora sono in procinto di partire per Londra per rendere omaggio alle donne che hanno dato il loro contributo per cambiare il mondo. 1600 km, solo con le loro biciclette, le borse, una tenda e la macchina fotografica.
La partenza è alle porte, il prossimo mese di luglio saranno pronte a spingere sui pedali per questa nuova avventura.
Potrete seguirle dal loro sito e sui vari canali social: Facebook | Instagram | YouTube
«Questo viaggio per noi però non rappresenta solo un’avventura a due ruote, ma vuole essere un viaggio alla scoperta delle grandi donne che hanno cambiato il mondo: visiteremo i luoghi, scopriremo le storie, ci faremo ispirare. In un momento storico in cui si parla molto di donne e pari opportunità, ma in cui purtroppo le donne sono ancora vittime di violenza e discriminazione, riteniamo sia importante proporre modelli positivi che possano essere d’esempio e sensibilizzare un pubblico vasto.»
Dopo la diretta, ci siamo fermati a fare due chiacchiere con loro per conoscerle un po’ meglio.
NBM: Nel momento in cui avete sistemato le bici, vi siete vestite e avete percorso i primi metri in sella, in Patagonia, che sensazioni avevate addosso?
Silvia: Allora, noi siamo arrivate, abbiamo montato le bici e il giorno dopo abbiamo preso il cargo per arrivare dove saremmo poi partite, però per quanto mi riguarda, sapere di essere lì e di essere in procinto di vivere comunque un’avventura mi faceva sentire davvero galvanizzata!
Linda: I primi giorni eravamo molto eccitate, anche per la preparazione, l’attesa, in realtà non vedevamo l’ora di iniziare a pedalare, perchè comunque c’era stata un’attesa lunghissima. Il volo, il cargo, mille altri mezzi di trasporto, avevamo davvero voglia di iniziare. Poi ci siamo subito ricredute! Il primo giorno già è stato pesantissimo, perchè avevamo indicazioni di una strada tutta pianeggiante e invece non era proprio così. Abbiamo capito subito che le indicazioni che avevamo non sarebbero state esatte.
Silvia: In generale comunque c’era un grandissimo entusiasmo, voglia di andare. Anche se il primo giorno la strada era asfaltata, c’era comunque nell’aria l’idea di: “stiamo pedalando in Patagonia!”
NBM: Quindi la vera avventura è cominciata praticamente subito.
Linda: Sì, dopo il primo giorno comincia la strada sterrata, che chiamano “ripio” che in realtà è molto diverso da zona a zona, perchè incontri il terreno dissestato, i ciottoli grossi, il brecciolino, il fango, la sabbia e ognuno di questi fondi porta con sè problemi diversi, se poi pensi che spesso sei in salita…
Silvia: Praticamente dopo Villa Cerro Castillo, la strada finisce e comincia lo sterrato. La strada era in salita, ho fatto giusto due pedalate, poi sono scivolata, ho messo giù i piedi e non riuscivo a ripartire. Lì ho pensato:” Ok, non ce la posso fare”.
Linda: I primi giorni sono stati i più terribili perchè non ci aspettavamo fosse così dura. Avevamo letto che c’erano dei saliscendi, eravamo pronte a una cosa difficile, ma non così difficile.
Silvia: Prima di quel viaggio, come molti amanti della bicicletta avevamo fatto tipo Milano-Ferrara, oppure 2/3 giorni lungo il Po, Milano-Lecco, cose così insomma, cicloturismo soft praticamente. Non ci aspettavamo una cosa del genere, ma è stato bello immergersi in una cosa estrema per le condizioni del paesaggio intorno a noi e poi molto provante fisicamente. Comunque fighissimo, io lo rifarei domani!
Linda: Un po’ perchè ci si dimentica la fatica!
NBM: Quanti kilogrammi vi portavate appresso?
Silvia&Linda: Le bici cariche pesavano circa 30 kg.
NBM: La sensazione predominante qual era?
Silvia: Era davvero bellissimo perchè piantavamo la tenda nel mezzo del nulla, Linda faceva il fuoco.
Linda: Sì è davvero una cosa tanto “selvaggia” perchè sei lungo una strada dove c’è un paese ogni 100/120 km e in mezzo il nulla totale.
Silvia: Attraversare l’Italia l’anno scorso ha avuto un valore simbolico, importante per noi, per la storia di Alfonsina Strada, però comunque sei in Italia, tutte le sere puoi farti la doccia calda. É stato molto bello, un viaggio molto bello, ma la Patagonia è stata epica.
NBM: Cosa vi aspettate dal prossimo viaggio e quali sono state le motivazioni per pensarlo.
Silvia: Per noi adesso è molto importante portare avanti questa cosa che le donne devono viaggiare, devono essere intraprendenti, coraggiose, che possono viaggiare da sole; vogliamo portare con noi questo messaggio di emancipazione che – la storia ci insegna – viaggia spesso su due ruote. Così come l’anno scorso abbiamo parlato di Alfonsina, quest’anno vogliamo parlare di tutte queste grandi donne del passato. Mi aspetto comunque un viaggio avventuroso, perchè avremo la tenda, campeggieremo, anche se siamo consapevoli che sarà meno avventuroso della Patagonia.
Linda: Sarà sicuramente un’avventura perchè comunque sei in giro in bici, sei con le tue sole forze, c’è il giorno in cui stai meglio e quello in cui stai peggio. Il giorno che sei più motivato e quello in cui lo sei meno, tutti gli aspetti belli di viaggiare con le sole proprie forze.
Silvia: Anche i problemi banali da affrontare come la pioggia o il troppo sole sono piccole avventure. Non è che ti fermi, vai avanti per fare i kilometri che ti portano alla tappa successiva.
NBM: Che problemi, che difficoltà avete incontrato?
Linda: Per esempio in Patagonia siamo state fortunate perchè abbiamo trovato sempre bel tempo, c’erano dei viaggiatori sulla stessa rotta una settimana prima e hanno preso acqua tutto il tempo.
Silvia: Noi forse abbiamo avuto un giorno solo con un po’ di pioggia, ma leggera.
Linda: Abbiamo avuto fortuna, non abbiamo nemmeno mai forato.
NBM: Praticamente benedette!
Linda: Sì abbiamo avuto una gran fortuna!
Silvia: In realtà siamo cadute tutte e due almeno una volta! All’inizio per colpa degli sganci dei pedali per la poca confidenza ad avere i piedi bloccati. E comunque abbiamo spinto tanto le biciclette, in alcuni punti la salita era davvero proibitiva.
Linda: Sì, c’erano dei pezzi talmente ripidi da far fatica a piedi, con lo sterrato e la bici carica potevi solo spingere.
Silvia: Un giorno, disperate, abbiamo provato a fare autostop. Dopo un’ora era passato un solo pick-up che non ci aveva minimamente considerato. Allora ho pensato che fosse un segno, e mi sono detta “ok, la facciamo tutta e fine!”
NBM: E dal punto di vista fisico, avete avuto crisi insieme o vi siete alternate?
Linda: No per fortuna ci siamo alternate! Silvia che è la sportiva e che quindi cercava di tenere alto il morale, di incitarci continuamente si è ammalata.
Silvia: Io sono abituata a giocare a basket, pensavo fosse anche il mio ruolo, essendo anche quella più allenata. Per cui ero tutta un ” dai dai ce la facciamo”…cazzo mi sono ammalata! Così siamo andati all’ospedale in questo paese in mezzo al niente a prendere gli antibiotici e siamo state ferme due giorni, anche perchè era una febbre abbastanza alta.
NBM: Per l’alimentazione, per mangiare avete trovato difficoltà?
Silvia: Nel sud della Carrettera, c’erano questi micro supermercati che venivano riforniti tipo una volta a settimana e spesso capitava di non trovare praticamente nulla o se c’era qualcosa era assolutamente immangiabile.
Linda: Sì, se arrivavi il giorno sbagliato, pane non ce n’era, la verdura era lì da una settimana ed era marcia, uova zero. Niente insomma. Al massimo qualche scatoletta di tonno e fagioli. Tra l’altro io ho un metabolismo molto rapido e avrei dovuto mangiare in continuazione, divorando barrette su barrette. Infatti la sera, appena si poteva, mangiavamo tantissimo.
Silvia: Sì, lei faceva paura. Una sera stavamo mangiando la pizza. Io stavo abbastanza bene. Invece lei sento che dice “io ordino un piatto di gnocchi”
Linda: Sì, quella bella fame atavica!
NBM: Stessa fame anche l’anno scorso in giro per l’Italia?
Silvia: No, l’anno scorso è stato meno faticoso.
Linda: Anche perchè facevamo delle gran colazioni.
Silvia: L’anno scorso è successa una cosa molto bella, nel senso che prima del viaggio io avevo pianificato un itinerario e avevo scritto per avere ospitalità nelle varie tappe e alla fine così è stato. Siamo state ospiti a cena praticamente ovunque e ovviamente in quelle situazioni c’erano portate dall’antipasto al dolce, passando per il vino.
Linda: E noi non potevamo dire di no. Per cui, giù a bottiglie di vino.
Silvia: É stato anche un giro gastronomico. E comunque ero anche dimagrita!
NBM: Alla fine sono stati comunque 1600 km in bicicletta.
Linda: Non solo, perchè quando siamo arrivate in Calabria, Silvia ha pensato bene di passare per le montagne invece che per la strada costiera. Per cui c’è da aggiungere anche il dislivello.
Silvia: Sì perchè io forse mi sento sempre un po’ più forte di quanto non sia in realtà, così nel tracciare l’itinerario avevo pensato di fare le montagne. Poi scusa vuoi non fare le montagne della Calabria!
Linda: Infatti, a luglio con 40° all’ombra…pensavo di morire.
NBM: Sembra proprio che vi siate trovate come compagne di viaggio, sembrate assolutamente complementari.
Silvia: Io sono più per partire, per fare mille cose, mentre Linda è un po’ più zen e così mi insegna a pensare un po’ di più, a riflettere. Così io magari la trascino in cose che magari da sola non avrebbe fatto.
NBM: E per questo viaggio verso Londra, cosa vi aspettate di trovare?
Silvia: Intanto subito il San Gottardo all’inizio. Un po’ perchè siamo poco allenate.
Linda: Sì perchè Silvia, che gioca a basket e ha le partite per salire di categoria e non si può allenare finchè non sono finite.
(L’allenamento muscolare per la bicicletta si scontra con le esigenze muscolari richieste da una partita di basket, si rischia – per esempio – di essere completamente imballato negli scatti. Silvia, che milita in serie B, deve giocarsi la salita in A2. NdR)
Silvia: Comunque appena finito l’impegno basket, avremo un mese, un mese e mezzo per allenarci. Tra l’altro quest’anno partiamo con attrezzature diverse, bici più leggere, niente borse ai lati ma con un carretto. Almeno io con il carrello.
Linda: Io invece avrò la borsa che si fissa alla sella, che comunque è piccola e leggera.
Silvia: Abbiamo fatto un test con questa borsa qualche giorno fa, dal Brennero a Verona e funzionano benissimo.
NBM: Sapete già quanti kg vi porterete appresso con il carrello?
Silvia: (ride) No, non ancora! Ma ci hanno assicurato che rispetto alle borse, il carrello sia più performante. Speriamo.
Linda: Perlomeno in pianura, in salita vedremo.
Silvia: Le grandi salite saranno solo all’inizio, poi troveremo un po’ di colline che potrebbero comunque essere faticose. Alla fine abbiamo fatto la strada che più ci piaceva, non quella necessariamente più breve.
NBM: La cosa più bella che ricordate?
Linda&Silvia: Ad un certo punto della strada arrivi alla fine della Carretera Austral. Se sei in macchina non puoi più proseguire, la strada semplicemente finisce lì. Se sei in bici, invece, c’è un piccolo traghetto, in questo paesino di 200 anime che si chiama Villa O’Higgins, con cui fare la traversata che ti porta dall’altra parte dove c’è un passo che puoi fare solo in bici o a cavallo, e arrivi in Argentina. É stata una delle cose più belle in assoluto.
Ci congediamo così, con questa immagine in testa di una strada che sembra davvero alla fine del mondo.
La foto del viaggio sono di Silvia Gottardi, tratte dal sito Cicliste per Caso.